Di Mr.Bigga (del 24/01/2008 @ 17:33:36, in Dischi, letto 1023 volte)
Si chiama “Grass Glass” l’album di esordio di Broncorotto Sound, totalmente autoprodotto e per il momento anche autodistribuito. Due elementi che seppure dovuti ad una serie di circostanze, sottolineano la grande volont e determinazione nel portare a termine il progetto da parte del collettivo napoletano. Abbiamo gi pi volte sottolineato come Mc Baco sia uno dei sinjay pi interessanti della scena campana, capace come di infiammare le yard con le sue lyrics ironiche e taglienti sui riddim pi svariati. Ma se nelle dances la base ad accompagnare la sua voce dal timbro particolare ed originale, nel disco ad affiancarlo sono quattro musicisti, Fabio Volpe (chitarra), Corcione Marco (piano, tastiere), Domenico Pelluso (basso) e Alessio Sica (Batteria). Registrato presso gli studi Ottantacento di Napoli, “Grass Glass” contiene 11 tracce versatili e dalla buona qualit sonora.
Non potevano mancare “O’ Sabbione” e “Broncorotto Vs Fini”, brani ampiamente conosciuti dalla yard campana, restituitici qui nella loro version suonata. L’irresistibile deejaying style di Mc Baco travolge come un rullo compressore l’ipocrisia dei governanti e le loro politiche proibizioniste sulla ganja, ben supportato dalle vibes compatte e senza sbavature del gruppo.
L’incontro tra lyrics in napoletano e riddim jamaicani offre ottimi frutti, e se in Jamaica molti artisti si servono del reggae per raccontare le sofferenze del ghetto,
la Broncorotto Band utilizza le vibrazioni roots per farci partecipare ai tanti mali che affliggono la nostra regione, soffocata dai rifiuti e dalla camorra. In questa direzione vanno i brani “Sparano” (su Revolution riddim) e “Sangue Pe’ Denare” che seppure immersi nella fosca reality di questi tempi, aprono sprazzi di luce e di speranza per il futuro.
“Grass Glass” una immersione completa nella storia della musica jamaicana, ne attraversa gli stili, ne ripropone i battiti vitali. Ecco allora lo ska travolgente di “Comme Vene Vene”, le venature dub del brano di apertura “O Core E Nu Soundboy”, il ragamuffin style anni ’80 di “Burn Infame”, il new roots corposo di “Libera
La Metrica ”, la moderna dancehall di “Fujen” e la chiusura melodica, con l’incedere della chitarra acustica, di “Love Universal”.
Un esordio interessante che lascia ben sperare per il futuro dei Broncorotto e del reggae nostrano, in attesa di vederli quanto prima nella dimensione live&direct.;
Fin quando il colore della pelle di un uomo non avr pi significato del colore dei suoi occhi; fin quando i diritti umani fondamentali non saranno ugualmente garantiti a tutti senza discriminazioni razziali; fino a quel giorno, il sogno di una pace duratura un'illusione sfuggente...