Di seguito gli articoli e le fotografie pubblicati nella giornata richiesta.    

Big Up dalla Jamaica ! Al BB di Marley a Negril all'MXIII sono riuscito a fare un bel po di interviste e jingle. Pensate c'era Luciano, Queen Ifrica, Tony Rebel Micky General, e molti nuovi come Anthony Able e Sugar D che abbiamo proposto durante le trasmissioni della Radio. alla prossima per aggiornamenti Ale inna Jamaica

In un periodo cos ricco di celebrazioni qui in Jamaica, ci sembra giusto segnalare anche il 35° anniversario di una band storica della reggae music, i Third World. Un evento che il gruppo ha deciso di festeggiare con diverse iniziative. A sottolineare i tanti meriti dei Third World, lo stesso cantante Bunny Rugs, quando dice che “la band ha sempre cercato di sviluppare nuove idee con il chiaro intento di portare la loro musica ad un livello diverso”. Ecco allora che uno dei progetti messi su per celebrare l’importante anniversario la realizzazione – per la verit si tratta di una replica – di uno spettacolo teatrale dal titolo Explanations.

Un' occasione per rimettere insieme anche tutti i membri della band che, seppure non si sia mai ufficialmente sciolta, da tempo che non si ritrovano tutti insieme a lavorare su una comune idea. Oltre a Bunny Rugs, fanno storicamente parte dei Third World anche Michael "Ibo" Cooper, William "John Lee" Stewart, Irvin "Carrot" Jarrett e Prilly Hamilton. E’ il 1973 quando la storia del gruppo ha uffcialmente inizio. L’artista Clancy Eccles consiglia ai giovani ragazzi di dare vita ad un ensemble musicale che potesse mettere insieme gli stili diversi che caratterizzano i cosiddetti paesi del Terzo Mondo e suggerisce di chiamarsi “The Sons Of Third World”.

Poi un susseguirsi di brani profondamente ispirati, molti dei quali possiamo trovarli nei primi albums della band come “96 Degrees” e “Journey To Addis”, due veri gioielli di tecnica musicale ed espressiva. In realt nel prosieguo della loro carriera artistica, i Third World producono anche materiale che lascia delusi i fans iniziali, troppo sospesi tra reggae e pop commerciale con il chiaro intento di affermarsi sul mercato discografico americano.

Un altro progetto che la band sta sviluppando in questo periodo il rifacimento di alcuni loro grandi classici con il coinvolgimento di giovani ed affermati artisti come Stephen e Damian Marley, ultimato il quale si partirebbe per un lungo tour mondiale che dovrebbe toccare anche l’Africa, continente nel quale i Third World si sono esibiti diverse volte ricevendo anche una medaglia d’onore dalle Nazioni Unite. C’ spazio anche per progetti solisti, come quello di Bunny Rugs che sta dando alle stampe il suo album, “Thinking About You”, con diverse partecipazioni di prestigio come quelle di Marcia Griffiths, U-Roy e Bounty Killer.

L’arrivo domani a Napoli dei Villa Ada, che si esibiranno al nuovo Kinky Club, ci offre l’occasione per sottolineare quanto la crew romana sia stata assolutamente fondamentale per l’affermazione della musica reggae in Italia. Non solo diffusori di vibes jamaicane con il sound, ma essi stessi produttori di “tunes” che hanno sempre suscitato l’entusiasmo delle yards nazionali. Ben 15 anni di storia, testimonianza fedele di quanto questo collettivo abbia messo tutto se stesso e la propria passione in un cammino non semplice e per nulla scontato. Un compendio delle maggiori produzioni di Villa Ada lo si pu trovare nel loro album “Nuovo Giorno”, uscito lo scorso anno e al cui interno possibile trovare i pi bei brani realizzati dal 2001 fino ai giorni nostri.

Alcuni di essi sono oramai dei propri classici, come “Brucio La Ganja” e “Dancehall Vibes”, ma soprattutto l’album rende appieno quanto Villa Ada abbia saputo travalicare i confini italici per collaborazioni di prestigio con le pi famose labels jamaicane. Un percorso di crescita costante che ha portato i componenti della crew romana anche ad interessanti esibizioni live, accompagnati dalla bravissima Shanty Band, una combinazione assolutamente esplosiva che ha suscitato reazioni entusiastiche da parte del pubblico, soprattutto quando a far loro compagnia sul palco c’era anche Brusco

Artefici di dancehall infuocate e coinvolgenti, la Villa Ada Crew quanto di meglio la scena reggae italiana sa offrire, motivo per il quale assolutamente d’obbligo per la massive napoletana accorrere a vedere Pecoz, Flavia, Ginko e Raina.

Inarrestabile, travolgente Lutan Fyah. Al numero uno della classifica jamaicana, un nuovo interessante video e un nuovo album alle porte. Siamo davvero felice per questo artista, conosciuto dalla nostra crew diversi anni fa e finalmente arrivato al successo e il suo talento, le vibes conscious che continua a regalarci, hanno fatto breccia nel cuore della reggae massive internazionale. Andiamo con ordine nel raccontarvi il flusso di eventi che hanno interessato il giovane singer, a partire dal nuovo video “Is This The Way”, brano prodotto dalla Rootical, label di Miami, e inserito nell’imminente nuovo album in uscita proprio in queste settimane e che dovrebbe chiamarsi “Old Capitol”.

Girato in Damhead nel parish di St. Catherine e a Downtown Kingston, il video ci mostra un Lutan Fyah determinato e consapevole nel parlarci di temi quali le nuove forme di schiavit, il dramma della disoccupazione in Jamaica. “E’ questa la vita che vogliono farci vivere?”, si chiede l’artista prima di affrontare altri temi scottanti quali l’aborto , la mancanza di educazione e il fenomeno delle estorsioni.

“Nel video cerco di mostrare cosa sta accadendo ai nostri giorni alla povera gente, ovunque essa si trovi e come ci provochi una totale assenza di speranza oltre che vani tentativi di fuggire dalla realt” – dice Lutan.

Un’altra interessante produzione del sinjay il pezzo “Rasta Set The Trend”, in collaborazione con i Morgan Heritage. Ad arricchire un periodo gi di per se magico, arriva anche l’incredibile successo che sta riscuotendo la canzone “St Jago Dela Vega”, brano che ha dato anche al titolo ad un concerto che Lutan Fyah ha voluto tenere nella sua Spanish Town, comunit sempre afflitta da endemici problemi sociali come la povert e il crimine. Ancora una volta la Jamaica ha registrato lo scorso anno pi di 1.500 omicidi, confermandosi uno dei paesi pi violenti al mondo.

“La Jamaica ha bisogno di una vibrazione positiva che le faccia trovare un clima di unit. Solo la musica pu invertire la pericolosa crescita del crimine. La gente ascolta le canzoni parola per parola e da esse trae esempi per il proprio modo di vivere” – ha dichiarato l’artista al Jamaican Observer. Chiaro il riferimento a molti artisti dancehall “che in un clima di pazzia totale parlano di uccisioni e offendono la donna senza sapere che nel fare questo la prima donna che colpiscono proprio la loro madre.

Per non parlare di alcuni artisti che si professano Rasta e ci parlano di pistole” – tuona un dispiaciuto e incredulo Lutan Fyah. Inutile sottolineare quanto condividiamo le parole di Lutan, con la convinzione che artisti come lui non possono che fare bene alla reggae music.

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