Sar che con l’et si migliora, sar che il trascorrere degli anni ti rende pi saggio e concreto, certo che Michael Rose sembra stia vivendo una seconda giovinezza. Oltre ad un’attivit discografica intensa e continua, per l’ex leader dei Black Uhuru ritornato il successo anche nella sua Jamaica, dove la potente tune “Shoot Out” sta scalando velocemente la classifica dei singoli. Proprio in questi giorni stato anche realizzato un video dalle immagini dure e completamente immerso nella realt dei ghetti jamaicani.
E’ li che il raffinato singer, nell’attraversare con la macchina la ragnatela di strade che circonda una serie di baraccopoli, racconta quello che accade tutti i giorni, l’arrivo improvviso e violento della polizia, i piccoli e grandi traffici illeciti, l’impossibilit apparente di sottrarsi per chi ci vive ad un destino che sembra gi scritto.
Insomma grandi aspettative da Michael Rose, come dice anche il suo ultimo album che si chiama appunto “Great Expectations”, distribuito dalla label Rhythm Club. Al suo interno 13 tracks tra le quali i singoli “Mama Africa”, “Momento” e “Letter To Myself. Un disco alla cui versione cantata, si accompagna anche la dub version, nel puro stile di chi nella sperimentazione ha sempre trovato linfa vitale per andare avanti. Non esistono barriere musicali per lui e anche un brano reggaeton pu essere l’occasione buona per misurarsi, come accade appunto nel disco. Im estate l’artista sar dapprima impegnato in un tour americano e poi arriver in Europa
mykal rose shoot out
Succede sempre pi spesso che artisti quasi del tutto sconosciuti in Jamaica, siano invece riconosciuti ed apprezzati nel Vecchio Continente. Nel caso di Daddy Rings il paese che ne ha voluto riconoscere il talento
la Germania ed il motivo per il quale ci accaduto, l’oscuro ma efficace lavoro che Daddy ha fatto con Gentleman, sia sul palco che nella stesura dei testi.
Nato nel parish di Manchster nel 1971, Everold Dwyer (vero nome del singer) ha un passato che in molti aspetti assomiglia a quello di tanti jamaicani che nella passione naturale che hanno per la musica, cercano anche di farne il loro lavoro e fonte di sussistenza.
Le prime esperienze, oltre a quelle usuali con i sound systems, le fa con il produttore veterano King Jammy’s con il quale realizza ben 15 singoli. Un ottimo biglietto da visita per Daddy Rings che poco dopo trova la strada giusta per emergere. Ci accade quando entra nel Gussie Clarke's Music Works, esperienza che gli d la possibilit di realizzare “Stand Out”, il suo album di debutto. E’ la label inglese Greensleeves ad essere piacevolmente sorpresa delle capacit dell’allora giovane singer, motivo per il quale decide di portarlo al Midem in Francia e di inserirlo nella compilation “Herb Fi Bun”. A completare quello che sembra un vero e proprio lancio in grande stile, arriva anche il tour europeo in compagnia del grande Freddie McGregor.
La tappa in Germania diventa la svolta della sua vita. Incontra i Pow Pow, ma soprattutto stringe un legame di fratellanza con Gentleman, in quel momento ancora lontano dai fasti del successo che avr qualche anno dopo. Daddy Rings rinuncia a proseguire la sua carriera da solista e decide di collaborare con grande intensit con l’artista tedesco, andando sul palco insieme a lui e scrivendo alcune delle lyrics che poi Gentleman porter al successo. Frutto dell’esperienza tedesca, oltre una serie di collaborazioni anche con artisti hip hop, l’uscita dell’EP “African Glory”, nome che Daddy Rings vorr successivamente dare anche alla sua etichetta discografica con la quale, e arriviamo ai giorni nostri, pubblica “The Most High”, secondo album arrivato dopo oltre 10 anni.
E’ un disco che raccoglie al suo interno le molteplici esperienze di un artista cosmopolita e pronto ad sperimentare anche sonorit non prettamente reggae. Il risultato tutto sommato buono, seppure restano zone d’ombra che soprattutto nella parte centrale dell’album rischiano di inficiarne la complessiva positivit.
Ancora una volta, dove la capacit di Daddy Rings sorprende, l'attitudine a scrivere testi che, seppure sviluppano tematiche care a molti artisti, hanno il pregio dell’originalit e profondit. Tutte naturalmente guidate dal suo spirito Rasta, lo stesso che il singer definisce “il mio modo di essere, la mia scelta di vita. Rasta il mio legame con le radici. Rasta il mio presente e il mio futuro. Rasta amore, pace e felicit”.
Tutti elementi che sono evidenti dall’ascolto di “The Most High”, un titolo che omaggia l’Altissimo, la sua grandezza e i suoi insegnamenti.
Naturale che nella lista delle 17 tracks presenti sul disco, ci sia anche una combination con Gentleman, il brano si chiama “The Future” che insieme a “Want To Be”, formano due tunes nelle quali si affronta l’emergenza ambientale e la stoltezza del genere umano, che si sta distruggendo con le proprie mani.
Altro tema caro a Daddy Rings l’Africa motivo per il quale, anche se non recentissimo, l’artista inserisce la luminosa “”African Glory”, un omaggio ispirato alle donne che hanno discendenza africana, mentre con la title track “The Most High”, l’artista racconta il suo viaggio in Africa, le emozioni, le sensazioni e il grande sentimento di vicinanza con i luoghi visitati.
Da segnalare anche il brano di apertura “Dispensation” dalle atmosfere rarefatte e particolari, la splendente “Sunshine” per ringraziare Jah per ogni nuovo giorno che ci dona, la nota “Anything For Mama” su Seperior riddim, la “strong” “Check Dis” e la coinvolgente “Wiff” sull’immortale Shanty Town riddim.
Daddy Rings- African Glory (Music Video)
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