Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Mr.Bigga (del 31/01/2008 @ 19:27:29, in Radio, letto 91 volte)
C' un nuovo programma nel palinsesto di LifeGate Radio che parla di reggae e delle sue contaminazioni. Bunna insieme a Francesco Napoleone ogni Marted sera alle 23 parlano del ritmo e dell'andamento della musica giamaicana. Attraverso musica, notizie, collegamenti con l'isola di "Jah" e la musica dal vivo di Bunna, passeremo un ora dedicata all'anima del reggae. Si all'anima pi che al genere musicale, nella migliore tradizione di LifeGate Radio il reggae un pretesto per parlare di ritmi lenti ed in levare, in contrasto con il caos in battere di questo tempo.
A cavallo fra tradizione, abitudini culinarie, il mondo del rasta-farianesimo e cultura dell'isola giamaicana, Bunna e Frank vi accompagnano dalla Giamaica all'Italia attraverso storie di vera musica vissuta sui palchi degli Africa Unite, tra Torino, Kingston Town ed Addis Abeba. Il nome del programma stato scelto dagli autori, per ricordare il grande Bob Marley ma soprattutto perch calzava a pennello con le intenzioni di questa emittente.
Natural Mystic, non una canzone di Bob Marley..o meglio anche questo. Natural Mystic, non un programma di musica reggae...o meglio anche questo. Natural Mystic l'atmosfera naturale e spirituale che scaturisce dal reggae, dai caraibi e dalle frequenze di LifeGate Radio Natural Mystic il nome del programma, ma il nostro programma parla dell'anima del reggae non solo del genere. Un anima che possiamo ritrovare anche in altre musiche, e quindi, non ci porremo barriere del caso.
Natural Mystic, un tempo rilassato ed in levare che ci aiuta in questo momento storico per fermarci ad ascoltare e metterci in contatto con la spiritualit. L'andamento lento in sospensione in un periodo frenetico, insomma…una mistica naturale. Come quella che scattata dopo le prime puntate fra i due autori. Frank con Bunna condivide una vera e radicata passione per la musica reggae, il primo il fan dell'altro. Si sono incontrati durante varie interviste e live ed nata una sana amicizia ed una prolifica collaborazione. Restate in ascolto, rilassatevi e lasciatevi andare a bassi in levare, con un pizzico di ironia, tantissima musica, ospiti in studio e la chitarra acustica di Bunna, vi accorgerete che "There's a Natural Mystic Blowing in the air...”
Natural Mystic, a breve vedr nascere anche una dimensione Live, da un famoso locale di Torino, con pubblico a seguito... Restate in ascolto
Natural Mystic - Con Bunna e Francesco Napoleone - ogni Martedi sera alle 23:00 solo su LifeGate Radio
LifeGate Radio, suona per natura. Fermiamoci ad Ascoltare
UFFICIO PROMOZIONE LUNATIK PER LIFEGATE RADIO – 035 4421177 – lunatik@lunatik.it
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Raccontare la giornata tipo di un Rastaman, le abitudini, i gesti e soprattutto i sentimenti. Questo quanto Fantan Mojah ha voluto mostrare nel suo nuovo video, realizzato sulla canzone “Stronger”. Per l’artista chiara la volont di far vedere a tutti un mondo troppe volte circondato da stereotipi e conoscenze non esatte.
“Con “Stronger” ho voluto mettere insieme consapevolezza, amore e buona muisca” – ha dichiarato l’artista subito dopo aver girato le scene principali nel Portmore. D’altronde il giovane e gi affermato Fantan Mojah non nuovo a clip dalla grande carica mistica, come dimostra il video di “Hail The King”, una delle canzoni pi ispirate fino ad ora realizzate dal singer.
“Stronger” un’accorata preghiera all’Almighty affinch ci renda sempre pi forti, ma anche l’occasione per denunciare le continue vessazioni alle quali i Rasta sono condannati dal sistema. In questo caso a rappresentare Babylon la polizia che, cos come viene mostrato nel video, lo ferma per perquisirlo senza per trovare nulla, se non un libro con sopra la foto dell’Imperatore.
In alcune scene vengono anche mostrate immagini di “Rasta Life”, quella fatta dei gesti piccoli di ogni giorno, come mangiare cibo solo ed esclusivamente naturale, come frutta e verdura. Da ogni sequenza traspare un clima di rispetto e unity, con i protagonisti immersi in uno dei tanti magnifici angoli di paradiso che
la Jamaica ti offre.
In realt “Stronger”, leggermente modificato ed ora distribuito dalla Maximum Sounds, era uscito nel 2006 con il titolo “Jah Mek Me Stronger” su Million riddim della London Individual. Infatti su alcuni cataloghi trovate “Stronger Part 2”, una sorta di continuo di un brano davvero ispirato e forse non adeguatamente supportato. Il video pi una intensa copertura radio hanno spinto il pezzo nei primi 20 brani della Top 20 Reggae Charts jamaicana.
STRONGER IL VIDEO
STRONGER LYRICS
Intro.
Well, Selassie protect his children, keep them from falling.
Mi cry hmmm mi cry
Hmmm mi cry, cry, cry
They're wishing for me to fall but Jah's gonna make me stronger.
They're wishing for me to fall but Jah's gonna make me higher.
Couplet 1
You will never see me by the street side begging bread,
Jah bless me with a roof over my head,
Just keep focus 'cause better is ahead
Jah power stronger
They act as if Jah nuh really know, not even likkle love dem would a show me
But as the days go by, many turn, they turn
(refrain)
They're wishing for me to fall, but Jah's gonna rise me higher
They're wishing for me to fall, but Jah's gonna make me stronger
(Couplet 2)
I always try to do, the best thing I can do
The wicked dem plotting against me
Want me meet mi Waterloo
Tell dem say the most high Jah, the most high Jah, he always see me thru
Tell dem say the most high Jah, the most high Jah, the wicked man must get slue
(refrain)
Stronger, stronger, stronger
(refrain)
(couplet 1)
(refrain)
LEGGI L'ARTICOLO DI REGGAE REVOLUTION SU FANTAN MOJAH
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Storico
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Solo arrivando in Jamaica hai la possibilit di constatare quanto Etana, meravigliosa “princess” dalla voce calda e passionale, sia presente in radio in ogni momento della giornata. Ancora viene trasmessa “Wrong Address”, uscita pi di un anno fa, oltre naturalmente “Roots” che esce fuori da ogni cassa posta fuori dai piccoli bar che numerosi sorgono lungo le strade dell’isola. E’ davvero lumino e magico il momento che la singer sta vivendo, sembra che davvero non sbagli pi nulla ed ogni nuova produzione scala velocemente le classifiche.
“Warrior Love”, la nuova “big tune” dell’artista, sta confermando alla grande l’idillio particolare instauratosi tra la reggae massive jamaicana ed Etana che se vogliamo non poi cos scontato come si possa pensare. Infatti la raffinata singer protagonista di una musica meticcia nella quale il reggae non occupa un ruolo predominante. C’ soul, blues e attitudini gospel nei pezzi di Etana, splendide e delicate ballads da ascoltare con attenzione, anche alla luce dei temi che l’artista affronta nelle sue produzioni. Per “Warrior Love” stato anche realizzato un bel video, con il regista Shac al controllo, in attesa dell’imminente album di debutto che uscir per la VP Records la prossima settimana. E non c’ show che possa prescindere dalla sua presenza, motivo per il quale la sua figura uno dei simboli del Reggae Month che da domani comincia ufficialmente in Jamaica.
Leggi l’articolo di Reggae Revolution su Etana
WARRIOR LOVE – IL VIDEO
Non ci poteva essere titolo pi adatto per segnare il passaggio del testimone dal padre al figlio. Il simbolo quello di una torcia, la stessa che Joseph Hill ha tenuto meravigliosamente accesa per oltre 30 anni e che ora passa metaforicamente al figlio Kenyatta, che avr il duro compito di mantenere viva la fiamma. Dopo che nell’agosto del 2006 una delle principali icone della reggae music ci lasciava, suo figlio decise immediatamente con forza e coraggio di ricominciare li dove il padre aveva terminato, su un palco insieme a dei musicisti, pronto a riproporre quel repertorio immortale di vibrazioni ed emozioni.
Un vortice di sentimenti e stati d’animo che Kenyatta ha voluto inserire nel brano “Daddy”, uscito questa estate e poi inserito nel suo album di debutto, “Pass The Torch” uscito da poco per la Tafari Records. “Mentre scrivevo “Daddy” ero seduto e piangevo, perch non riuscivo a capire cosa stesse succedendo. In realt ancora ora mi sento molto confuso. Per me difficile pensare di aver perso mio padre e di doverlo in qualche modo sostituirlo” – dice Kenyatta. Ad accompagnarlo nello studio di registrazione ci hanno pensato grandi musicisti quali Sly & Robbie e Dean Fraser, una testimonianza della bravura del giovane singer che gi dal vivo ha fatto vedere di quanto talento in possesso.
In “Pass The Torch”, oltre al materiale scritto dallo stesso Kenyatta, ci sono anche alcune canzoni realizzate in parte dal padre ma mai registrate. “Mio padre ha ancora dei messaggi da essere trasmessi. Ci sono diverse lyrics non terminate e cos ho pensato perch non potessi essere io stesso a terminare quel lavoro. L’album stato registrato in Jamaica ed stato prodotto da Lynford “Fatta” Marshall, che lo stesso Kenyatta definisce uno dei migliori ingegneri del suono in circolazione.
Inutile sottolineare quanto Joseph Hill sia presente in questo disco, la voce di Kenyatta lo richiama continuamente, l’impronta sonora quella inconfondibile di Culture, i testi affrontano i temi spirituali cari a Joseph, facendo vivere con pi forza parole che mai si spegneranno. E poi, come detto, ci sono anche brani cantati dallo stesso Joseph e mai stampati prima d’ora, quali quello di apertura “Pray Dem Off”, la “cultural song” “Study Rasta” e la splendida e mistica “Niahbingi Tonight”. La sapienza dei musicisti presenti permetta a Kenyatta di costruire con calma e accuratezza la parte del disco che lo vede protagonista, parte che non manca di piacevoli e apprezzabili sorprese, riscontrabili in brani quali “Take My Hands”, “Mighty Race”, “The Message” e la splendida e irresistibile “Mariwanna”. Peccato per la chiusura dancehall di “Empress Haffe Clean”, che speriamo resti un caso e non una costante. A breve Kenyatta partir per un lungo tour mondiale il cui scopo proprio quello di presentare il suo album.
KENYATTA “CULTURE” HILL – PASS THE TORCH – TAFARI RECORDS
Tracks :
1. Joseph Hill - Pray Dem Off
2. Joseph Hill - Wickedness
3. Kenyatta Hill - Take My Hands
4. Kenyatta Hill - Mighty Race
5. Kenyatta Hill - Daddy
6. Joseph Hill - Niahbingi Tonight
7. Kenyatta Hill - Mariwanna
8. Joseph Hill - Study Rasta
9. Kenyatta Hill - The Message
10. Kenyatta Hill - Same Situation
11. Joseph Hill - Mr. Music
12. Joseph Hill - Times Of Trouble
13. Kenyatta Hill - Camp Yard
14. Kenyatta Hill – Empress Haffe Clean
TWO SEVEN CLASH – 30TH ANNIVERSARY EDITION
In una ipotetica e difficile classifica dei dieci dischi reggae assolutamente indispensabili per chiunque ami questo genere, “Two Seven Clash” occuperebbe una posizione di tutto prestigio. Uscito nel 1977, 30 anni dopo viene ristampato in una versione “deluxe”, con cinque bonus track, apparse prima d’ora solo su singoli rari ed introvabili. Ma non finita qui, visto che a rendere questo disco assolutamente necessario per i collezionisti, c’ anche un booklet di 20 pagine curato da Lenny Kaye, con la collaborazione di Roger Steffens e Randall Grass. Al suo interno molte foto rare e la testimonianza di personaggi importanti quali Burning Spear, Sly Dunbar, Mutabaruka, Steel Pulse e Mick Hucknall. Un disco dall’importanza storica, capace di superare i confini della musica reggae e di diventare un punto di riferimento per la nascente scena punk inglese, animata in quel periodo da bands quali i Clash e Sex Pistols.
Tracklist
01. Calling Rastafari
02. I'm Alone In the Wilderness
03. Pirate Days
04. Two Sevens Clash
05. I'm Not Ashamed
06. Get Ready To Ride the Lion To Zion
07. Black Starliner Must Come
08. Jah Pretty Face
09. See Them A Come
10. Natty Dread Taking Over
11. See Dem A Come (12" version feat. Prince Weedy)
12. Jah Jah Dub Version
13. Natty Dread Taking Over (12" version feat. I Roy)
14. I'm Not Ashamed (12" version feat. I Roy)
15. Not Ashamed Dub Version
In un momento nel quale mancano gli album dei big della reggae music, particolarmente attivo sembra lo spazio dedicato alle opere discografiche di debutto. Tra le tante proposte interessanti, segnaliamo Zareb, conosciuto dalla reggae massive internazionale per le sue numerose combination con Fantan Mojah, anche se in quei singoli si faceva chiamare Mr.Flash. E’ arrivato anche per il giovane singer il momento di fare il grande passo, ovvero la realizzazione del suo album “Authentic Love”, un disco che nasce e spera di diffondersi nel nome dell’amore e delle good vibes.
A trasformare il sogno di Zareb in realt, la Pow Pow Production che si cimenta nuovamente nella produzione e distribuzione di un album, dopo averlo gi fatto con l’interessante progetto targato Elijah Prophet. In “Authentic Love” troviamo 17 tunes, alcune delle quali gi uscite come singolo ed altre inedite. Tra i brani gi conosciuti spiccano quelli realizzati insieme a Fantan Mojah, in particolare la bellissima “Rastafari Is The Ruler Of The World”, l’ispirata “No Mercy” e l’emozionante title track “Authentic Love”. Proprio la collaborazione con l’autore di “Haile The King” oltre che fondatore della Macka Tree Crew, ha permesso a Ranford McGurdy (vero nome di Zareb,ndr) nato nel Parish di Clarendon, di guadagnarsi stima e reputazione nello sterminato mondo delle musica reggae jamaicana. Ed sempre con Fantan Mojah che il singer ha avuto anche la possibilit di salire sui palchi di mezzo mondo, elemento indispensabile per la maturazione di un giovane talento.
Influenzato da artisti quali Half Pint e Junior Reid, il giovane singer si segnala subito per la profonda ispirazione che lo guida alla stesura di testi, sempre e comunque legati ai temi classici della roots music. Un percorso in salita, affrontato dall’artista con volont e determinazione fino ad arrivare a prestigiose collaborazioni con esponenti della musica jamaicana gi affermati. Documenti di quel periodo e che troviamo nell’album sono “Can’t Stop Us” – con Jah Mason – e l’infuocata “Burn & Raised” realizzata insieme a Perfect. Tutto questo accade nel 2005, prima che nell’anno successivo Mr.Flash diventi Zareb e incontri Ingo della Pow Pow, arrivato in Jamaica per realizzare uno dei tanti riddims che la crew tedesca ha fatto. Tra i due subito intesa e vengono in quel momento piantati i semi che porteranno poi alla nascita dell’album.
Un disco buono ma non entusiasmante, con momenti di grande interesse, ma anche canzoni anonime e non particolarmente brillanti. Seppure il new roots l’elemento preponderante di “Authentic Love” non difficile percepire una certa eterogeneit dei brani, visto anche la presenza di basi realizzate da produttori diversi, come la stessa Pow Pow, Bobby Digital, Calibud e Lion Pow. I brani di punta vanno cercati nelle combination, ma non mancano anche momenti interessanti quando al microfono c’ solo Zareb che davvero in alcune tonalit ricorda Junior Reid. In particolare ci piace segnalare la mistica “Jah Is Faithful, la battagliera “Burn Dem Red”, la devota “Always Give Thanks & Praie” e per finire “Daily Bread”, uno dei migliori brani dell’intero disco.
ZAREB – AUTHENTIC LOVE – POW POW
Tracklist :
01. Love surround me
02. Authentic love feat. Fantan Mojah
03. Burn dem red
04. Can`t stop us feat. Jah Mason
05. Nah go mek it
06. Jah is the only way
07. Can’t hold me down
08. Jah is faithful
09. Rastafari is the ruler feat. Fantan Mojah
10. Always give thanks & praise
11. Hungry fi done
12. No mercy feat. Fantan Mojah
13. Daily bread
14. What a world it would be
15. Born & raised feat. Perfect
16. How can I be ungreatful feat. Fantan Mojah
17. Call Me
Visita il Myspace di Zareb Link
Mentre nelle stanze della politica si riunivano i principali attori della crisi, il presidente Mwai Kibaki, il candidato dell'opposizione sconfitto Raila Odinga, e l'ex Segretario delle Nazioni Unite Kofi Annan, attorno a loro esplodeva l'inferno. Il Kenya brucia, devastato da una guerra civile che giorno dopo giorno sta assumendo proporzioni sempre pi catastrofiche. Ieri decine di cadaveri sono rimasti sul terreno dopo gli scontri tra le etnie minoritarie, coalizzatesi contro i kikuyo, 'padroni' dell'economia e della politica kenyota. Le violenze sono iniziate dopo che Kibaki ha vinto - secondo molti in modo illegittimo - le elezioni presidenziali del 27 dicembre scorso.
Migliaia di sfollati. Sale il bilancio dei morti, di pari passo con l'estensione del conflitto a numerose citt del Paese. Nella Rift Valley, regione occidentale del Kenya, la mattanza ha sinora mietuto oltre mille vittime. Kakamega, Kisumi, Eldoret, Nakuru sono in guerra, mentre scontri sono segnalati anche al confine con l'Uganda. Nella capitale Nairobi stato ucciso un deputato del partito di opposizione Orange Democratic Movement, Mugabe Were. Elicotteri dell'esercito hanno sorvolato ieri Navaisha, aprendo il fuoco su una folla di persone che aveva attaccato la stazione di polizia. Sempre a Nairobi, la baraccopoli di Kibera, un milione di abitanti, attraversata da bande armate di machete, e numerosi edifici sono in fiamme.
Testimonianze raccolte da PeaceReporter negli ambienti dell'organizzazione di Padre Kizito, Africa Peace Point (App), hanno raccontato che la polizia sta pattugliando le strade della capitale. In alcuni casi la gente viene dispersa sparando. Gli agenti hanno l'ordine di fare fuoco sui saccheggiatori, sulle persone armate e su chiunque blocchi le strade.
Case confiscate. Nei sobborghi di Satelite, Kawangare e Waithaka, fonti della App hanno detto che ai kikuyu residenti nella zona restano 24 ore, dal pomeriggio di ieri, per andarsene prima che alle loro case venga appicato il fuoco. L'organizzazione, che lanci numerosi appelli all'indomani delle prime - sottovalutate - violenze innescate dalla terza etnia del Paese, quella dei Luo, ha reso noto che gli sfollati negli slums della capitale, dall'Eastland a Kibera, si contano nell'ordine delle decine di migliaia. "Migliaia di famiglie - si legge nel comunicato della App - non sono state in grado di recuperare i loro beni, e le loro case sono state bruciate o confiscate. La maggior parte di loro sono arrivate senza cibo ai campi profughi. Molti, soprattutto tra gli abitanti di Kibera, non hanno voluto abbandonare le loro abitazioni nemmeno sotto costrizione, perch una volta abbandonate, le case non sarebbero state loro restituite".
Mediazione disperata. Alcune zone di uno dei sobborghi pi grandi dell'Africa sono inaccessibili, e l'emergenza umanitaria destinata ad aggravarsi man mano che il tempo passa. La stima, ma sono cifre del tutto aleatorie, parla di oltre 270 mila profughi. La disperata mediazione di Kofi Annan, che ieri vaticinava una soluzione politica entro un mese, giunge dopo cinque settimane di violenze, esplose dopo le elezioni ma, secondo molti, preordinate per rovesciare il potere dei kikuyu. Tuttavia, la sensazione predominante, tra le voci raccolte sul luogo da PeaceReporter, che, anche se Kibaki e Odinga trovassero un accordo, le faide e le vendette tra comunit potrebbero continuare a lungo. L'odio etnico - la storia dell'Africa insegna - un fuoco assai difficile da spegnere.
Articolo di Luca Galassi
Fonte: www.peacereporter.com
La VP Recrods, la pi grande reggae label del mondo, ha annunciato di aver fatto un offerta per poter acquistare la Greensleeves, etichetta inglese appartenente al gruppo Zest e al momento l’unica in grado di competere con il colosso americano. Chris e Randy Chin, rispettivamente responsabile esecutivo e presidente della VP, hanno dichiarato che “seppure la Greensleeves stata storicamente il nostro maggiore competitor, abbiamo sempre avuto il massimo rispetto per quanto fatto in tutti questi anni. La label e i suoi fondatori hanno sempre avuto un legame forte con la musica reggae e nessuno meglio della VP pu comprendere appieno questa eredit e di conseguenza tutelarla”.
Olivier Chaston, vice presidente della VP Records, ha concluso discendo che “l’aggiunta della Greensleeves al nostro catalogo assicurer che le produzioni storiche saranno tutelate e non andranno perse”. Inoltre per i responsabili della label americana, questo accordo quanto di meglio si possa fare per assicurare un futuro nel mondo della reggae music, visto che la VP potr beneficiare cos anche del vasto mercato europeo dove la Greensleeves stata fino ad ora protagonista.
Ma se per la VP Records migliore soluzione non esiste, di ben diversa opinione sono coloro che operano nel settore come gli artisti, i produttori e i managers che vedono in questa operazione il pericolo della nascita di un monopolio. E’ in questa direzione unanime il parere di tutti, perch in questo modo la VP Records potrebbe imporre le proprie condizioni senza possibilit di scelta. Fondata nel 1975, la Greensleeves ha uffici di rappresentanza in tutto il mondo e nel suo catalogo sono presenti tutti i pi grandi artisti. Un archivio di oltre 400 albums e 900 singoli che tra breve potrebbero passare alla VP Records.
Fonte: Observer
“Inna Heights” uno dei migliori album reggae degli ultimi dieci anni. A realizzarlo stato Buju Banton che con quel disco ha ottenuto un successo incredibile. Ora la Gargamel Music, in collaborazione con la Penthouse Music e la VP Records, realizza una speciale ristampa di “Inna Heights”, per festeggiare il 10° anniversario dell’uscita dell’album. L’album ha costituito la definitiva consacrazione di Buju Banton. Uscito subito dopo l’ispirato “Til Shiloh”, “Inna Heights” confermava l’avvenuta maturazione e trasformazione del sinjay, impegnato in questi due progetti all’esplorazione del Roots Reggae e nella diffusione di un messaggio spirituale, come dimostrano brani quali “Destiny”, “Hills And Valleys”, “Give I Strenght” e “Close One Yesterday”.
Il disco guadagn oltre che un enorme successo, anche una miriade di recensioni assolutamente fantastiche e non solo dei media specializzati nel reggae, visto che a parlare di quel disco furono anche riviste come il prestigioso Rolling Stone. In questa edizione rimasterizzata, troviamo anche tre bonus tracks, "Bad Boy," "Politics Time Again" e "Situations" featuring Morgan Heritage. Inoltre nell’accurata confezione Deluxe c’ un DVD di 40 minuti nel quale possibile vedere i momenti significativi di alcuni concerti tenuti da Buju Banton e il video della bellissima “Destiny”.
“Sono davvero felice di regalare questa piccola chicca ai miei fans in tutto il mondo” – ha dichiarato un entusiasta Buju Banton, in questo momento impegnato alla realizzazione del suo nuovo disco che dovrebbe uscire nella primavera del 2008. Il titolo “Rasta Got Soul” e annuncia al mondo il ritorno dell’artista alle pi morbide sonorit reggae.
Buju Banton - Inna Heights 10th Anniversary Edition - (VP) CD/DVD
Track Listing:
1. Our Father In Zion
2. Hills & Valleys
3. Inter Lingua
4. Destiny
5. African Pride
6. Cry No More
7. My Woman Now ft. Beres Hammond
8. Small Axe ft. King Stitt
9. Inter Lingua
10. Give I Strength
11. Single Parent
12. Inter Lingua
13. Give I Strength
14. Close One Yesterday
15. Inter Lingua
16. Love Dem Bad ft. Red Rat
17. Love Sponge
18. Inter Lingua
19. Mothers Cry
20. 54 46 ft. Toots Hibbert
21. Circumstances
22. Bad Boy
23. Politics Time Again
24. Situations ft. Morgan Heritage
VIDEO - BUJU BANTON - DESTINY
Gioved 31 gennaio comincia il Kinky Clash, giunto alla terza edizione. Nuova location al Kinky Club, ma con le vibes di sempre, in particolare quelle scatenate che la manifestazione ha saputo offrire nelle scorse due edizioni. I sound system arriveranno da tutta Italia, per uno scontro-incontro fino allultima tune, sempre e comunque in un clima di rispetto e unity.
Nei due anni passati, ad aggiudicarsi il clash stato Ass E Mazz Sound System, pronto ora a difendere con i denti il titolo, stabilendo cos anche un piccolo record. Missione non semplice per la crew napoletana che dovr vedersela con 19 agguerriti sounds.
Una lunga maratona che ci porter fino al 19 giugno, data nella quale si svolger la finale. Ad aprire le danze saranno i Ghetto Campania da Caserta e il Mighty Sound proveniente da Alessandria. Per la reggae massive napoletana unoccasione per vedere da vicino molte delle realt che animano la scena reggae della nostra regione oltre che alcuni dei migliori sound system italiani.
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Di RasAle (del 28/01/2008 @ 19:52:07, in Riddim, letto 90 volte)
La crew tedesca dei Pow Pow ricopre sempre di pi un ruolo da protagonista nel mercato discografico reggae, continuando a confermarsi come uno dei sound system pi preparati in circolazione. Artefice in questi mesi della produzione e distribuzione dell’album di debutto “Authentic Love” di Zareb (ve ne parleremo molto presto), l’etichetta sta anche per pubblicare una raccolta che sia chiama “The Pow Pow Trilogy”, nella quale vengono presentati anche i due ultimi riddims realizzati dalla Pow Pow, Follow riddim e Ruff & Tuff riddim, oltre ad alcuni 7’ prodotti dal 2003 al 2006.
La raccolta uscir il 18 febbraio e i protagonisti assoluti sono Anthony B, Turbulence e Jah Mason, esponenti di spicco del new roots jamaicano, qui sospesi tra sonorit reggae e brani pi orientati alla dancehall, ma tutti rigorosamente realizzati sulle basi del collettivo tedesco. Un modo per riportare a galla anche le vecchie produzioni come il Superior, il Blaze (“The System” di Anthony B assolutamente fantastica) e lo Shanty Town.
Per quanto riguarda i due nuovi riddim, segnaliamo che il Follow riddim ha sonorit dancehall mentre il Ruff & Tuff un energico roots riddim che conferma l’assoluta qualit delle produzioni by Pow Pow Movement.
Di RasAle (del 28/01/2008 @ 19:35:02, in Radio, letto 110 volte)
Milano – Venerd 25 Gennaio - completamente pieno in ordine di posti il Live Club di Trezzo d’Adda per la festa dei 20 anni della radio condotta da Vito War.
Il Padrino del Reggae cos viene soprannominato nella capitale lombarda, l’unico che riesce a trascinare folle oceaniche ai suoi concerti. Quest’anno restava un obbiettivo non facile riempire il nuovo Live club, enorme nella sua grandezza ma necessario per non far restare nessuno fuori dal locale come negli anni trascorsi. Obiettivo centrato in pieno grazie anche al grande spettacolo che si proponeva.
Ad aprire le danze arrivato dalla Campania il Conscious Sound, che per l’anniversario della Radio ha riservato una grossa sorpresa ai presenti con due cantanti quali Ras Tewelde e Mc Baco. Non solo musica ma spettacolo gi dai primi minuti per rendere omaggio alla ventennale diffusione reggae di Vito, fino ad infiammare la dance per l’apertura del concerto con la Kirikka Reggae.
Un ora di ottime vibrazioni in crescendo la Krikka diventa backing Band, per dar spazio a Mama Marijas , Fido Guido e Gio Man che si alternano uno dopo l’altro, cos come aveva programmato sapientemente Vito War . C’ posto anche per qualche pezzo sul palco per Ras Tewelde e riddim su riddim la band si fa apprezzare per il suo spettacolo.
Subito dopo sono i campioni di Milano, i Black Rain a mantenere alte le vibrazione in una moltitudine di persone sia dentro che fuori al locale dove si pu liberamente fumare.
Ma lo spettacolo non terminato anzi, l’ultima session ancora il Conscious Sound ai controlli della festa, che proprio per la sua caratteristica di tanti anni di esperienza nelle organizzazioni di dance, da con piacere spazio a Mama Marijas , Fido Guido e Gio Man che alle 3 del mattino continuano a scambiarsi i microfoni sulle basi passate a ripetizione.
La gente apprezza lo spettacolo e sono ancora in tanti che alle quattro che restano a ballare. La musica non si ferma e solo Vito pu dare lo stop in prossimit dell’orario di chiusura del locale.
Presenti alla dance anche, Rasta Snob e molti rappresentanti della comunit Rasta Italiani giunti da ogni parte d’Italia per salutare Vito e i fratelli del Conscious Sound.
Ora non resta per chi non era all’evento ascoltare su Radio Popolare Network le registrazioni di tutta la serata alla conduzione di Reggae Radio Station il numero uno dei Dj Italiani per apprezzare le vibrazioni che ci trasmette ormai da oltre 20 anni.
Un altro appuntamento da non perdere invece inizia dal 3 Febbraio, il consueto appuntamento mensile con le dirette in Jamaica con la Crew di Reggae Revolution e ReggaeZion da sette anni in collegamento con i mitici studi di Milano di Via Ollearo, la sede delle vibrazioni reggae e di Reggae Radio Station.
I Gladiators sono una delle band mito della musica jamaicana. Attivi sin dal 1965, hanno scritto pagine di assoluto valore nella storia della reggae music, il cui apice pu sicuramente essere individuato nel periodo trascorso dalla band a Studio One, sotto la sapiente direzione di Coxsone Dodd. Cos nascono pezzi quali “Roots Natty”, “A Prayer To Thee ” e “Jah Jah Go Bifore Us”, dei classici immortali capaci sempre di emozionare. I Gladiators oltre ad essere uno dei primi gruppi ad acquisire notoriet internazionale, sono stati anche capaci di creare uno stile proprio grazie ad una linea melodica particolare ed originale.
E’
la Heartbeat
Records
a mettere insieme molti dei pezzi di quel periodo, con particolare attenzione ad inediti mai stampati fino ad ora su supporto digitale. Collection arricchita anche da dub version molto interessanti, proprio perch realizzate ancora in era pionieristica. Un esempio magistrale di quanto stiamo dicendo, ci viene data da “Dub Ina Babylon”, un vero e proprio esperimento di dub targato Studio One, realizzato nel 1972.
Ben 23 tracce sospese tra il rocksteady e il primo roots, con le preziose armonie di Albert Griffiths, Clinton Fearon e Gallimore Sutherland, in un periodo che va dal 1969 al 1978. Non solo inediti ma anche grandi classici immortali della band, su tutti “Bongo Red”, una tune assolutamente splendida, intrisa come di spiritualit e misticismo Altre chicche impedibili sono “Sufferation Version”, “Pretending” (nella sua edizione 12”) e l’acclamata “Roots Natty”.
Per gli amanti dei Gladiators “Studio One Singles” un prezioso cimelio da tenere ben custodito, mentre per i neofiti un’occasione da non perdere per incontrare le vibes inconfondibili della band.
THE GLADIATORS – STUDIO ONE SINGLES COLLECTION - HEARTBEAT
Tracklist
- Fling It Gimme
- Sonia
- Solas
- Dub Ina Babylon
- A Prayer to Thee
- Version of Prayer
- Jah Jah (Version)
- Boy in Long Pants
- Boy in Long Pants Part Two
- Bongo Red
- Bongo Version
- Beautiful Locks
- Sufferation Version
- Roots Natty
- Rearrange
- Mister Baldwin
- Mister Baldwin Part 2
- Big Boo Boo Dey
- Boo Boo Dey Version
- Pretending (12")
- Don't Fool the Young Girls (12")
- Don't Fool the Young Girls Version (12")
- Happy Man (12")
Ci sono tutti i presupposti affinch questo 2008 possa essere l’anno di Omar Perry, figlio della leggenda Lee “Scratch”. La stampa specializzata sta infatti occupandosi molto intensamente del giovane artista, in particolare dopo l’uscita nello scorso mese di dicembre del suo album di debutto “Man Free”. E’ soprattutto la reggae massive francese e belga ad aver scoperto il talento di Omar Perry, dopo averlo visto in tour con Jah Mason. Durante le infuocate performances, il giovane artista ha mostrato quanto la sua musica possa essere dirompente e abbia la capacit di colpire direttamente al cuore di chiunque l’ascolti.
30 anni dopo la sua session insieme alla sorella Marsha nel mitico Black Ark Studio di suo padre, arriva finalmente per Omar Perry la possibilit di potersi affermare sulla scena reggae internazionale, dopo che negli anni scorsi aveva gi realizzato dei singoli quali “Rasta Meditation” (una cui diversa e pi moderna version inserita nel disco), registrato nel 2003 sotto la supervisione di Adrian Sherwood e “Work” con la collaborazione di Mighty Massa. Inoltre lo scorso mese di ottobre uscito una tune davvero ispirata del singer, “Spirituality” che attualmente occupa la prima posizione nella classifica dei singoli di Reggae Revolution Radio. Registrata nel mese di ottobre per la Bon Fire label, il brano fa parte di un progetto pi ampio che prende il nome di Little Sista riddim, completamente suonato dai francesi Tune In Crew.
Un percorso di vita e artistica davvero originale quello di Omar Perry che nel 1996 si trasferisce in Gambia con il chiaro intento di far crescere la scena reggae del piccolo paese africano. Conduce un programma sulla radio nazionale e gira i villaggi per piccoli ma emozionanti concerti. Soddisfatta la sua mission fa ritorno in Europa dove va a vivere in Belgio, un altro paese che ha fame di reggae e tanta voglia di costruire una propria scena locale.
“Man Free” contiene 13 tracce mixate da Gaylord Bravo e prodotto da Guillaume "Steppa" Briard , che spaziano dal moderno new roots alla dancehall, con qualche virata ska e blues. Ospite d’onore il grande percussionista Scully Simms, il cui inconfondibile tocco lo si pu ascoltare in particolar modo sulla traccia “Great Trumpet”. In “Free Man” presente anche un bonus video che documenta il backstage della preparazione del disco e un estratto del concerto che Omar Perry ha tenuto al Trabendo di Parigi. Come detto un disco variegato, ricco di generi e di influenze, capace di toccare momenti di grande ispirazione, ma anche momenti di appiattimento e noia. Da segnalare la vibrante title track “Man Free”, l’interessante “Woman Love Me”, su Revolution riddim, la retr “Cocoanut Woman”.
INTERVISTA A OMAR PERRY
Come si cresce quando sei un figlio di una leggenda come Lee “Scratch” Perry?
Ho la fortuna di avere un padre che ha fatto davvero tanto per la musica reggae. Quando sei ragazzo, vivere in un tale ambiente qualcosa di enorme che non riuscivo a capire fino in fondo. Era qualcosa di magico! Ora sono cresciuto, ho avuto l’opportunit di fare grandi cose. Il mio viaggio continua e ho la consapevolezza di dover fare un lavoro diverso: provare a diffondere in Africa una vibe differente. Il reggae l gi prima che io nascessi, ma avrebbero bisogno di qualcuno che informasse e mostrasse loro ci che la musica roots, la stessa musica che nata in Jamaica. In Gambia ho vissuto la vita come se fossi in Jamaica, come se la Jamaica di una volta fosse ritornata in Africa. Ho visto che la mia missione non suonare in Jamaica ed per questo che ho deciso di andare a vivere in Gambia. Ho capito che loro avevano gi tutto, in alcuni casi anche pi di me. Ho sentito degli artisti cantare come se fossero dei jamaicani.
Molti artisti nei loro brani parlano di rimpatrio. Pensi che l’Africa possa essere un paradiso per tutti i Rasta?
Potrebbe essere perch il paradiso un p dappertutto. Dipende sempre da come tu vuoi vivere. In Africa non hai bisogno di una grande casa, basterebbe avere un orto dove coltivare ci che mangi e una barca per andare a pescare. Molti parlano di Africa senza mai averci messo piede. Quando ero adolescente ricordo che i miei amici dicevano “io voglio andare a Londra” oppure “io voglio andare in Canada”. Per quello che sentivo nella mia anima non poteva che essere l’Africa il posto dove avrei voluto vivere. Molti africani quando sono arrivato l mi dicevano “ma come noi pensiamo sempre di volercene andare e tu vieni qui?”
Pu essere che tu sia cresciuto circondato da vecchi artisti Rasta che cantavano del ritorno in Africa in qualsiasi momento della giornata?
Pu darsi, ma io sapevo di avere una missione e che avrei dovuto seguire questa mia sensazione.
Che ti ricordi dei giorni trascorsi al Black Ark?
Mi ricordo soprattutto di Junior Byles. Lo vedevo steso al sole in veranda. Stava gi male, ma era sempre positivo. E’ come se fosse un mio secondo padre.
Dall’Africa sei arrivato in Europa, per quale motivo?
Ho capito che il mio lavoro l ero terminato. Sono stato chiamato per fare degli spettacoli in Belgio e ho deciso di fermarmi un po’ in Europa. Soprattutto in Belgio ho capito che c’erano grandi possibilit per lanciare la mia carriera artistica, in quel paese non esiste una vera e propria scena reggae, vengono molti artisti ma solo per suonare ed esibirsi, mentre localmente non c’ nulla.
Solitamente apri il concerto di altri artisti. E’ frustante per te?
E’ vero, ma bisogna pur cominciare in qualche modo. Un domani potr accadere il contrario.
E’ in Inghilterra con Adrian Sherwood che hai registrato il tuo primo singolo.
Si, stato lui a produrre “Rasta Meditation”. La musica che fa talmente incredibile, sempre viva. Il singolo era molto dub. Oggi ho deciso di fare “Rasta Meditation” in uno stile diverso.
E’ uscito il tuo album di debutto. Lo hai chiamato “Man Free”, perch?
Non si pu affermare con certezza che siamo tutti liberi. Rifletti su ci: da cosa siamo liberi? La societ odierna produce diverse distrazioni. Ne hai cos tante davanti agli occhi che non ti permettono di pensare. Tu vedi dei lampi, si succedono continuamente. E’ come se mentalmente provassero a tenere in attivit il tuo cervello, cos da farlo lavorare per loro. E se il tuo cervello non lavora pi per te, significa che non ti appartiene pi. E oggi ancora peggio. Se qualcuno perde il lavoro e si ritrova in strada, la gente gli passer davanti senza nemmeno guardarlo. Perch il problema non loro. Non hanno tempo per mostrare interesse. La gente si muove come fossero tanti robot. Noi dobbiamo avere coscienza che possiamo cambiare le nostre vite e il nostro destino. Questo il senso del titolo del mio disco.
Intervista realizzata da Alexandre Tonus e pubblicata sul sito www.reggaefrance.com
OMAR PERRY – MAN FREE – NO DIRECTION HOME/CORNER SHOP
TRACKLIST
1 - Man Free 2 - Redder Than Red 3 - Rasta Meditation 4 - Ghetto Life 5 - More A Dat 6 - Fire Way 7 - Ska-Ta-Fright 8 - Cocoanut Woman 9 - Out Of Deh Cold 10 - Great Trumpet 11 - Woman Love Me 12 - Weh You Prefer 13 - Lady 14 - Bonus Track video TRABENDO backstage + live
OMAR PERRY - GHETTO LIFE VIDEO
Sono trascorsi tre anni da quando due uomini armati hanno ucciso Bogle, noto deejay e animatore delle dancehall jamaicane. Era il 20 gennaio del 2005, ma ancora nessun colpevole stato trovato e la sensazione che su questo tragico episodio voglia essere fatto cadere per sempre il silenzio diventa sempre pi concreta. Ma a tenere viva la memoria di una giustizia che ancora manca, sono la famiglia e i numerosi amici di Bogle che con forza combattono affinch venga a galla la verit sulla morte di un loro caro.
Coreografo e inventore di molti balli, punto di riferimento dei dancers jamaicani, Bogle stata una delle vittime del clima di violenza che sempre di pi lambisce il mondo della musica. Rivalit, cultura da don o gangsta, piccole scaramucce che diventano tragedia. Per mesi molti hanno individuato in Beenie Man il mandante dellomicidio, i due erano acerrimi nemici e le rispettive crew si erano pi volte scontrate verbalmente. Lo stesso king of dancehall, per allontanare le nubi del sospetto, and in televisione per dire davanti a tutti i jamaicani che lui con la morte di Bogle, non aveva nulla a che fare. Arriv addirittura ad offrire una somma consistente per chi avesse stanato gli assassini, eppure ancora oggi molti pensano che tanto estraneo alla vicenda Beenie Man non lo sia. Possiamo solo sperare che chi ha premuto il grilletto venga quanto prima assicurato alla giustizia e che la morte di Bogle non sia avvenuta invano. Che possa essa servire per riflettere e per costruire, almeno nella musica, un clima di maggiore pace e rispetto.
Se c una canzone simbolo per tutti i fumatori di ganja, questa senza dubbio Joker Smoker di Triston Palmer. Prodotta da Jah Thomas, la canzone ha avuto il merito di conquistare forza con il passare degli anni, fino a diventare una big big tune, sistematicamente messa da ogni sound system che si rispetti. Sono trascorsi 25 anni da quando Joker Smoker venne realizzata, motivo per il quale la Greensleeves ha voluto ristampare il 12, con numero di copie limitato e assolutamente impedibile per il collezionisti.
Un classico senza tempo, delle lyrics assolutamente travolgenti su come si fa uno spliff per poi dargli fuoco, una celebrazione di un atto quasi sacrale per tutti i ganja smokers. Interprete dalla voce dolcissima, Triston Palmer comincia la sua carriera artista quando ancora giovanissimo. Collabora con grandi produttori e artisti tra i quali Sugar Minott e Tony Tuff. E con Jah Thomas che arriva agli inizi degli anni 80 lincredibile successo di Triston Palmer. Registrano insieme diversi brani e oltre a Joker Smoker, un altro pezzo che scala tutte le classifiche Entertaiment. I due, con altri artisti del genere, arricchiscono linfluente scena Rub-a-Dub, diventandone tra i principali protagonisti.
Come accade per molti, Triston Palmer scompare progressivamente dalle scene, seppure continua ad esibirsi in giro per il mondo. Nel 2000 finalmente realizza un nuovo album, Two Roads, stampato dalla Easy Star Records, grazie ancora una volta allaiuto dellamico-fratello Sugar Minott.
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