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REGGAE ZION BLOG... di RasAle
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"L'integrit magnifica una nazione. La purezza il primo segno di devozione. Il peccato non altro che tutto ci che nel mondo si fa e si dice di malvagio"
Prince Emanuel - Rasta Elder
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Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.    
Di alekeno (del 27/12/2007 @ 22:14:01, in Musica, letto 142 volte)
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Colui che si definisce rasta gangster, solo una speculazione commerciale, che stato giustamente disconosciuto dalla comunit rasta perch incita alla violenza che non fa parte del movimento ispirato a RastafarI , rovina prendendo a pugni sul palco Deva Bratt durante la festa del 35esimo anniversario di Stone Love.

Siamo riusciti anche a trovare un video, che troverete nella pagina di approfondimento, in cui si vede limpidamente cosa avvenuto. Pi che dell'anniversario del mitico sound system Stone Love, alla fine la stampa ha dovuto parlare dell'ennesimo deprecabile episodio di scontro a colpi di pugni e microfoni dati in testa. A distinguersi e a rendersi protagonista di quanto successo stato Munga, artista che in Jamaica sta ottenendo un grande successo e che notoriamente ama definirsi "gangsta ras". Su questo aspetto gi abbiamo scritto ironicamente cosa pensassimo di una scelta del genere, e se c'era ancora qualche dubbio sulla reale essenza del personaggio, questo episodio ci cancella le ultime incertezze e ci spinge ad affermare che Munga del tutto "gangsta" e per niente Ras. Altro protagonista, involontario o meno, ma comunque bersaglio delle attenzioni violente di Munga, stato Deva Bratt. Il tutto si svolto al Mass Camp di Kingston davanti ad un pubblico notevole, accorso per festeggiare lo Stone Love, vero simbolo dei sound system jamaicani e non solo. La cruda cronaca parla di un Munga sul palco e in termine di esibizione e di un impaziente Deva Bratt che fa l'ingresso on stage prima del tempo. Dapprima alcuni energumeni e poi lo stesso sinjay si sono scaraventati su Deva colpendolo in diversi modi. Munga, per distinguersi, ha usato come arma il microfono scagliandolo violentemente sul volto del malcapitato. Come in ogni episodio del genere non manca l'intervento del manager di Munga che spiega la violenta reazione, come risposta ad una sorta di minaccia. Infatti Deva, che Munga non conosceva, era stato preso per qualcuno che volesse far del male e si sa prevenire meglio che curare. Non va per del tutto cancellata una tale ipotesi, visto che tra interventi della polizia e atmosfere sempre pi pesanti, alcuni show sembrano sempre di pi potenziali campi di battaglia, si pensi in tal senso quanto successo al birthday bash di Movado, quando come spettatori non desiderati ne tanto meno invitati, si addirittura presentato l'esercito. Su Munga ogni commento superfluo, basta scorrere le pagine di google per vedere quanto l'aggressione faccia parte del dna dell'artista: luglio 2007 aggressione al singer emergente oltre che produttore della sua "big hit" Wine Pon It" Casper, settembre 2007 megarissa collettiva tra il suo entourage e non meglio identificati personaggi, e ci fermiamo qui perch a tutto c' un limite ..

 

Link all'inserzione su reggae.it

Possiamo continuare qui!!! Bless Alekeno

 

Di maurizioclary (del 18/12/2007 @ 18:38:44, in Cronaca, letto 117 volte)
Aldo Bianzino, viene trovato morto nel carcere di Perugia il 14 ottobre. Morto per lesioni compatibili con la tortura. Lettera a Napolitano «Signor Presidente, quell'uomo era mio fratello» Claudio Bianzino Signor presidente, nonostante la grande stima che ho nei suoi confronti, mi perdoner se, seguendo l'esempio dei miei genitori, volutamente non uso le lettere maiuscole nel rivolgermi a lei ed alle istituzioni in genere, nel tentativo di riavvicinarvi un po', almeno simbolicamente, alla popolazione italiana. Leggo sui giornali, con immensa gioia, che stata finalmente presentata all'Onu la moratoria internazionale sulla pena di morte. Credo che sia una grande battaglia di civilt portata avanti dal nostro Paese. La vicenda di cui vorrei informarla, per, un'altra. Non so se ha sentito parlare di quell'uomo di 44 anni, trovato morto nel carcere di Capanne, nei pressi di Perugia, la mattina del 14 ottobre scorso. Quell'uomo era un falegname che viveva nelle campagne dell'Umbria, nel cuore del nostro Paese, e conduceva una vita fatta di duro lavoro, amore per la propria famiglia ed i suoi tre figli, di preghiera ed amore per la natura. Quell'uomo costruiva mobili, mensole, porte, finestre, soppalchi. Era una delle persone pi tranquille del mondo, quell'uomo, ed era circondato da centinaia di persone che gli volevano bene. Era un nonviolento, un "gandhiano", e, come me, avrebbe apprezzato moltissimo l'iniziativa per l'abolizione della pena di morte in tutto il mondo. Quell'uomo la sera del 12 ottobre stato arrestato perch nel suo orto stata trovata qualche piantina di canapa indiana per uso personale. La canapa, come noto, quella pianta che i nonni dei nostri nonni hanno coltivato e utilizzato per centinaia di anni, fino all'introduzione in Europa del tabacco, pianta che, a differenza della canapa, provoca dipendenza e causa milioni di morti in tutto il mondo. Va da s che se in un Paese aumentano le cose considerate illegali, il mondo dell'illegalit trova nuova linfa per alimentarsi e diventare sempre pi forte. Ecco probabilmente perch, venendo incontro alla mafia, alla camorra, alla 'ndrangheta, alle multinazionali del tabacco, nonch alla malavita in genere, la canapa stata equiparata alle droghe ed inserita tra le sostanze illegali. Fermo restando, comunque, che il problema della droga, quella vera, quella che si trova con gran facilit in tutte le discoteche, o quella di cui fanno uso molti uomini d'onore che siedono sui banchi di Montecitorio e Palazzo Madama, sia un problema molto serio. Ma torniamo al nostro uomo, un problema ancor pi serio. L'arresto avvenuto al termine di una giornata di perquisizioni, a seguito delle quali, oltre alle piantine, si scoperto che il falegname aveva soldi in casa per un valore di 30 (trenta) euro, e nessun conto in banca o in posta. E' stato quindi deciso di mettere l'uomo, totalmente incensurato, in una cella di isolamento, e lasciare a casa, per un tempo indeterminato, un ragazzino di 14 anni in compagnia della nonna ultranovantenne in precarie condizioni di salute. C' chi dice che l'uomo sia stato scambiato per qualcun altro, forse per uno spacciatore, forse per un anarchico o chiss chi. I fatti ci raccontano che dopo l'arresto, sono state effettuate le consuete ed accurate visite mediche e psichiatriche, attestanti che l'uomo era in perfette condizioni psico-fisiche, con pressione arteriosa e battito cardiaco ottimali. La mattina del 14 l'uomo stato trovato morto. I medici legali, la voce della scienza, ci dicono che dopo la prima autopsia sul corpo dell'uomo sono state riscontrate delle lesioni. Lesioni compatibili con l'omicidio. Compatibili con la tortura. Tortura che, se confermata, stata certamente compiuta da professionisti, gente addestrata ad uccidere con metodi che non lasciano segni esteriori, ma svariate lesioni interne, riscontrabili solo tramite esami autoptici. Ovviamente c' un'indagine in corso, che potr confermare o meno queste ipotesi. Ed a proposito dell'indagine, essendo lei anche il presidente del Csm, vorrei informarla di alcuni particolari. Si sa che un carcere di "sicurezza" tenuto ad essere videosorvegliato ed a fornire le immagini di tutto ci che succede al suo interno, 24 ore su 24. Ma le attese immagini chiarificatrici non hanno ancora chiarito nulla. Si sa anche che quando un magistrato fissa l'incidente probatorio obbligato a convocare tutte le parti in causa. Ma anche questo non successo. Ultima precisazione, poi, che potrebbe apparire alquanto bizzarra: il magistrato che sta conducendo le indagini la stessa persona che ha ordinato l'arresto dell'uomo. E' ovvio, comunque, che in un Paese civile come il nostro, un Paese che diffonde democrazia, pace e giustizia in tutto il mondo, ci si aspetterebbe che, se ci fosse qualcuno sospettato per aver commesso un simile assassinio, costui fosse quanto meno sospeso dal proprio incarico. Beh, non ci creder, signor presidente, ma questo non successo. Un Paese come il nostro, che porta alta la fiaccola dei diritti umani ed urla al resto del mondo di abrogare la pena di morte, consente a propri dipendenti, sospettati di simili atrocit, di continuare ad esercitare la loro "professione" indisturbati, magari nei confronti di altri uomini o donne. Magari proprio in questo momento, mentre le sto scrivendo. Sabato 10 novembre a Perugia c' stata una grande manifestazione, piena di giovani e con oltre duemila persone, che chiedevano verit e giustizia per quell'uomo. Chiedevano di poter vivere in un Paese migliore, signor presidente. Ho la speranza, signor presidente, che un giorno qualche nazione, ancora pi civile della nostra, vada all'Onu a chiedere che venga fatta piena luce sulle centinaia di morti che avvengono all'interno delle carceri italiane. Questo per sperare di poter vivere in un mondo un po' pi giusto, un po' pi libero, un po' pi vivibile. Cos come avrebbe voluto anche quell'uomo. Quell'uomo che si chiamava Aldo. E che era mio fratello. Distinti saluti
Di Lapiz (del 11/12/2007 @ 10:54:08, in Riflessioni, letto 162 volte)

Riporto qui una mail scambiata qualche giorno fa (non e' la prima ne' l'ultima) ma mi sembra un buon punto d'inizio per riprendere la discussione in maniera piu' collettiva qui sul blog:

Roberto scrive

"Il concetto di giustizia puo' cambiare da persona a persona , ma la Giustizia e' una ed e' ferma su di essa ....in fondo quella che tutti vorrebbero . ( parlo dei sani )

Sul fatto che a questo mondo ce ne sia poca , invece son d'accordo, ma credo che sia perche' essa va a braccetto con la Morale e la Coscienza , entrambe mandate a farsi benedire dall'uomo di questi e quei tempi .

Se ci sono pochi uomini giusti e' un po' difficile che trionfi la Giustizia , secondo me, almeno a livello terreno , se non per un intervento Superiore , Divino , Cosmico . E questo si adopera piu' nel far vedere come si prepara la minestra , anziche' servircela pronta.

Io credo che sia ingiusto ed immorale l'atto barbarico dell'uccisione di Aldo , ma non posso sapere il "perche' " intrinseco , e non intendo il perche' nell'animo di quegli uomini bruti si sia scatenato l'odio . Questo forse e' quasi comprensibile . Intendo il perche' cosmico . Perche' quell'anima in quel dato tempo si e' vista liberata e spogliata della sua casa cosi' dimprovviso . Questo e' qualcosa che ignoro .

Una casa si costruisce dalle fondamenta . ( un consiglio x tutti , me compreso ) dobbiamo prima capire bene ed avere sicurezze alla base per poterci affacciare dalla terrazza .

La Giustizia la dobbiamo trovare e vivere nei nostri cuori, con noi stessi . E' li' innanzitutto che dobbiamo cercarla , trovarla e proteggerla , secondo me , e poi magari , condividerla .

Jah RasTafari guidance & protection .

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